GSF opera in Italia e nel mondo con progetti volti alla tutela degli ecosistemi, all'uso razionale delle risorse e all'autodeterminazione dei popoli

Progetto

Terra Bianca

'Ultima Chiamata'

 

Terra Bianca ultima chiamata

 

Il climate change è una componente importante della crisi ambientale che stiamo vivendo e che accompagnerà le prossime generazioni. Iper-sfruttamento delle risorse idriche e minerarie, perdita di biodiversità e di suolo, inquinamento delle matrici ambientali sono aspetti altrettanto importanti dell’innalzamento delle temperature globali e del livello dei mari. Anzi, sono tuti elementi connessi fra loro e causati da un modello di sviluppo irrazionale, basato sull’avidità di un ristretto gruppo di persone e sull’indolenza di intere nazioni ma che sta condannando il futuro di tutto il Pianeta, dei suoi sette miliardi di abitanti attuali e delle generazioni future. Tutti questi aspetti della crisi ambientale si manifestano maggiormente nei territori dove le risorse naturali sono più abbondanti. I bacini del Congo, l’Amazzonia, le foreste della Nuova Guinea nell’emisfero australe stanno registrando drammatiche accelerazioni dei processi di sfruttamento delle loro risorse. Ma anche grandi aree dell’emisfero boreale sono coinvolte, come la Siberia e le foreste canadesi. Tra questi la Groenlandia assume un ruolo paradigmatico. Il lavoro dal titolo provvisorio “Terra Bianca ultima chiamata” intende affrontare il tema dell’impatto del cambiamento climatico sul territorio e la comunità della Groenlandia. Lo scioglimento del pack nella regione artica da un lato sta aprendo spazi all’edificazione di miniere nelle terre che si “liberano dal ghiaccio”, dall’altra rende le rotte navali polari un’alternativa sempre più allettante rispetto al passaggio per il Canale di Suez. Le conseguenze negative per le popolazioni native e per l’ecosistema sono una realtà già concreta destinata a inasprirsi ulteriormente nei prossimi decenni. Il contraddittorio tra nativi, ricercatori e ambientalisti da un lato e armatori e rappresentanti delle imprese minerarie dall’altro, restituisce la fotografia reale di un territorio protagonista delle sfide del terzo millennio.

 

Come tanti altri conflitti ambientali presenti nel mondo, anche quanto sta avvenendo in Groenlandia, pur essendo ignorato dalla stragrande maggioranza della popolazione, riguarda dinamiche globali. E come per tanti altre crisi, è importante che sia documentato e raccontato. GSF sta sostenendo un gruppo di video-maker in questa iniziativa, fornendo loro un supporto tecnico-scientifico nell’analisi delle problematiche ambientali oggetto del documentario che stanno realizzando. Al momento sono stati intervistati la neo-ministra groenlandese Naaja Nathanielsen e Robert Peroni, scrittore, esploratore e alpinista italiano che dal 1980 abita nella parte più orientale della Groenlandia ed è direttamente impegnato nella salvaguardia dell’ambiente e dei suoi abitanti, gli inuit. 

Contatti
progettoterrabianca@gmail.com
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“Terra bianca” sarà il terzo lavoro dopo “Burnt Earth” e “Black Earth” girati dai due videomaker in Congo Brazzaville e Alberta Canada sul tema dell’estrazione delle sabbie bituminose e le conseguenze sulla vita delle popolazioni autoctone. La sintesi di Black Earth è visibile al link sotto